NEWS DAI PARCHI

Rassegna del 6 giugno 2009

 

 

L’area protetta degli Ausoni si farà: nuova sconfitta politica per Fanone e Cusani. Nella seduta del 28 maggio il Consiglio dei Ministri ha ritirato il ricorso alla Corte costituzionale

Battuti anche sul parco

 

IL Parco dei Monti Ausoni si farà. Nella seduta del 28 maggio il Consiglio dei Ministri ha ritirato il ricorso alla Coste costituzionale contro l'istituzione dell'area protetta che si estende da Fondi ad Amasene, a Monte San Biagio, Castro dei Volsci, Pastena, Roccasecca, Sonnino, Terracina, Vàllecors e. Lenóla. D Governo ha preso atto che la Regione ha corretto in autotutela l'errore formale rontenuto nella legge istitutiva e che quindi è venuto a mancare il presupposto su cui si basava ilo ricorso. Una decisione di buon senso che mette fine a un conflitto tra istituzioni su cui la Suprema corte avrebbe dovuto decidere, ma soprattutto una sconfitta politica per Fazzoné e Cusani che- all'istituzione del Parco Ausoni si sono opposti sin dall'inizio. E non per motivi ideologici, quanto per i vincoli che l'area protetta prevede sul litorale di Fondi dove l'amministrazione comunale, con una variante pronta all'uso, si preparava ad autorizzare una colata di cemento da 10 mila presenze. Un vero e proprio sacco del litorale. Per questo il braccio di ferro seguito all'istituzione prima del Monumento naturale del lago e poi del Parco Ausoni vero e proprio ha^ subito assunto i toni dello scontro politicoistituzionale.

Le hanno tentate tutte i sindari dei Comuni di centrodestra e la stessa Provincia sotto la regia di Cusani e Pazzone: prima un ricorso al Tar, poi vista la mala parata le pressioni sul governo perché impugnasse la legge istitutiva davanti alla Corte costituzionale, per quello che costituisce niente più che un vizio di forma. Con la legge 21 del 2008 il Consiglio regionale ha istituito il Parco Ausoni citando l'articolo 26 della 27/1997 nel punto in cui sovraordinava il Piano di assetto delle aree protette ai Piani paesistici. Nel frattempo una legge dello Stato ha invertito la prevalenzatra gli uni e gli altri, per cui il Consiglio dei Ministri, probabilmente imbeccato da Fazzone&co, ha presentato ricorso alla Corte costituzionale. Una decisione enfatizzata a Fondi e dintorni come la bocciatura del Parco. Nient'affatto: con una delibera del 28 marzo il Consiglio regionale' ha adeguato la legge istitutiva e di conseguenza il Governo ha deciso di ritirare il ricorso. Con buona pace di Fazzoné e Cusani che politicamente alla variante sul litorale di Fondi avevano fatto la bocca. Il Parco è cosa fatta, piaccia o no all'uno e l'altro. (Latina Oggi)

 

 

Castelli Romani

Incendi, le azioni di prevenzione dell'Ente Parco

 

 L'ESTATE si avvicina e con essa cresce il rischio incendi sul territorio dell'area protetta dei Castelli.
«Quest'anno - dice il presidente Peduto - il Parco ha deciso di potenziare in modo capillare l'attività- di prevenzione e avvistamento dei focolai, per rendere ancora più tempestivo ed efficace l'intervento dei mezzi antincendio e dei guardiaparco».
Attraverso un avviso pubblico il Parco assegnerà il servizio di "ausilio al monitoraggio antincendio" ad associazioni selezionate fra quelle che avranno fatto pervenire domanda entro il 20 giugno, secondo i criteri e le modalità specificate nell'avviso scaricabile dal sito del Parco. (Nuovo Oggi)

 

 

Bracciano Martignano

 Parco, troppi i cinghiali: ok a catture e selezioni

 

 Iniziata la guerra del Parco di Bracciano-Martignano contro i cinghiali. In arrivo nuovi provvedimenti che si aggiungono alla disponibilità, in comodato gratuito, di decine di chilometri di recinzioni elettriche per tré ordini di filo per grandi e piccoli appezzamenti e che hanno permesso finora di tamponare la situazione del sovrappopolamento.
I danni da cinghiale alle colture, per somme di oltre 100 mila euro, hanno interessato soprattutto la parte Nord del parco. Ora con il nuovo piano di gestione, al vaglio della Regione, si passa alla fase due: la cattura e la traslocazione di cinghiali e all'eventuale abbattimento selettivo. Il Parco al riguardo si prepara a formare i cacciatori di cinghiali. Ciò grazie ad uno specifico «corso di abilitazione del personale estemo - si specifica in una nota - coaudiavante del piano di gestione triennale del cinghiale che sarà scelto con preferenza tra i cacciatori nel parco, previo avviso pubblico di prossima emanazione». (Il Messaggero)

 

 

Residenti esclusi

 Monti Sibillini. Pannelli solari nel parco, la Vus rassicura sull'installazione

 

 Esclusi dal bandoper l'installazione gratuita dei pannelli solari, avevano lamentato una sorta di penalizzazione dovuta al fatto di risiedere in una zona protetta come il Parco dei Monti Sibillini. Ma ora, per le 14 famiglie di Norcia escluse dopo i sopralluoghi dell'Agenzia energia ambiente, partner della Vus nel progetto di promozione dell'energia alternativa, si prospettano spiragli di apertura. A Norcia, infatti, sono state escluse ben 14 domande sulle 20 totali, proprio a causa del vincolo, fattore di esclusione come espressamente  indicato nel bando: un vero colpo di mannaia, che ha interessato a priori anche i potenziali interessati di altre zone che però, conoscendo i rispettivi vincoli ambientali, potrebbero aver rinunciato anche a presentare domanda. Ma ora la situazione potrebbe essere rivista e portare a novità significative. Almeno nella zona protetta dei Sibillini.
L'Ente Parco, infatti, sostenendo  il pieno appoggio alle iniziative atte a favorire lo sfruttamento  di energie alternative, ha manifestato la sua disponibilità a concedere un'eventuale autorizzazione in deroga.
Ma l'apertura mostrata dall'ente in questa fase avanzata del progetto dovrà essere ora vagliata dagli uffici legali dei suoi promotori, per evitare che si creino precedenti spinosi sul piano giuridico. «La Vus - è scritto in unanota dell'azienda _ sottoporrà ai partner dell' iniziativa la questione, per verificare se esistono le condizioni legali, economiche e tecniche per istallare tali impianti».
Sta di fatto che, anche nel caso in cui si trovasse il modo per riammettere alcune domande inizialmente escluse, chi ha già ottenuto il via libera non rischia sorprese dell'ultima ora. Gli impianti già autorizzati, infatti, verranno comunque installati, visto che dopo la prima scrematura delle ammissioni sono rimasti liberi diversi impianti. (Il Messaggero)

 

 

Parco dello Stelvio, preziosa risorsa per l'intera società

 Messe m evidenza le criticità (presenza delle ski aree) e la mancata accettazione sociale che frena la tutela del territorio.

 

Un Parco unico al mondo, ricco di peculiarità, un'importante risorsa per l'intera società. E' questo il tema centrale della due giorni di convegno organizzato presso la sala tenne di Bormio, incontro dedicato al Parco dello Stelvio, area protetta da vedere come un "patrimonio e risorsa per la società".
Ed è proprio sullo sviluppo del Parco e sulle opportunità future che si è incentrata la prima parte della due giorni. Il direttore del Parco Wolfgang Platter ha ampliato il dibattito proponendo criticità e riflessioni per un futuro "ragionato" dell'area protetta, zona assolutamente da sviluppare attraverso apposite strategie. Tra gli elementi di criticità ha evidenziato i conflitti imperanti tra economia ed ecologia, la pressione sui ghiacciai dovuta anche alla presenza di ski aree in alta quota e le captazioni idriche a scopi diversi.

Tré i punti fermi proposti da Platter a partire dal fatto che la tutela e la conservazione del territorio sono difficilmente realizzabili senza l'accettazione socia le. Inoltre occorre inoltre considerare le attese della popolazione residente in merito allo sviluppo sostenibile ed allontanarsi dalla pratica dell'abbandono agricolo. Attenzione, nell'area Parco, anche all'apicoltura, soggetta all'urgente pericolo di abbandono e occhi puntati su di una visione più ampia di cosa cerca il turista. «Conservare la biodiversità - ha commentato Platter - è un plus valore economicamente sfruttabile». Ad aprire la sessione è stato l'intervento del professor Roberto Zoboli, docente dell'Università Cattolica di Milano, che nella sua relazione si è soffermato in particolar modo su quali siano le strategia di valorizzazione per il Parco. Il vescovo di Bolzano e Bressanone Karl Golser si è soffermato sulla responsabilità etico - cristiana per l'ambiente ed il valore di zone protette come i parchi nazionali. Il Vescovo ha sottolineato i principi per un'etica ecologica e ricordato l'incontro interreligioso della scorsa estate al Passo dello Stelvio dedicato all'ambiente.
«Le nostre regioni - ha sottolineato - sono abitate da gente che conosce la fatica e sono frequentate soprattutto da persone in cerca di qualcosa di diverso dall'appiattimento urbano; per gli uni e per gli altri è necessario quindi che il luogo stesso offra, accanto al riposo fisico, la possibilità di ritrovare la pace e l'armonia intcriore». «Questo convegno - ha rilevato il presidente del Parco Ferruccio Tornasi - rappresenta una grande opportunità per riflettere e confrontarsi su questa straordinaria risorsa che è il Parco».
Il prefetto di Sondrio Chiara Marolla ha posto l'accento sull'aspetto culturale legato alla conoscenza ed alla divulgazione di questa risorsa naturale. Il consigliere regionale Gian Maria Bordoni ha portato il saluto della Regione Lombardia ed ha anticipato la volontà - il cui iter è già stato avviato - di procedere alla formulazione di una legge impostata su di una visione e gestione più dinamiche della natura senza tralasciare chi vive ed opera nel Parco. (Provincia di Sondrio)

 

 

Laboratorio per la biodiversità marina nel Parco di Gianola

La struttura, che si occuperà di ricerca scientifica, accoglierà anche un centro di recupero delle tartarughe marine

 

Un laboratorio per la biodiversità marina e un centro di recupero e riabilitazione delle tartarughe marine nel Parco di Gianola a Formia, unici nel Lazio. Il progetto è stato avviato dall'Ente Parco regionale Riviera di Ulisse nell'ambito del programma di recupero e valorizzazione del patrimonio ambientale, architettonico e archeologico del territorio. Il complesso di edifici, che accoglierà attività di ricerca scientifica e di tutela del mare e dei suoi abitanti, sorgerà nella tenuta degli ex eredi Afan deRivera, nel Parco di Gianola e Monte di Scauri, che dal 2004 è patrimonio dell'Ente.
«Una funzione importantissima - sottolinea il commissario del Parco, Erminia Ciclone - sarà quella S volta d al centro d i recupero e riabilitazione per le tartarughe marine, nell'ambito del programma di conservazione delle specie protette del Mediterraneo».
L'intervento, coordinato in fase progettuale e realizzativa dai tecnici dell'amministrazione, gli architetti Luigi Valerio e Andréa Di Biase, in collaborazione con i progettisti e i consulenti scientifici, prevede la costruzione di un complesso di nuovi edifici, che, perfettamente integrati dal punto di vista paesaggistico con l'ambiente naturale, saranno realizzati secondo i criteri della bioedilizia e del risparmio e recupero energetico e ospiteranno una serie di laboratori per la biodiversità marina, con vasche per la convalescenza del le tartarughe, aule didattiche per studenti e una foresteria che permetterà di alloggiare i ricercatori impegnati nelle attività scientifiche del centro. «Sono già in pieno svolgimento - aggiunge il direttore del Parco, Beniamino Gallinaro - i lavori per la realizzazione della foresteria, che sostituirà un manufatto rurale preesistente, oggi fatiscente. L'ente sta inoltre provvedendo all'ultimazione delle procedure per l'appalto dei lavori per la realizzazione dei laboratori e del centro di recupero e delle aule didattiche». Un complesso unico nella regione, a difesa della biodiversità del Mediterraneo. (Il Messaggero)

 

 

Serra San Bruno, stop dalla Corte dei conti al presidente del Parco delle Serre

 

“È arrivato un nuovo stop, stavolta da parte della Corte dei conti, al presidente del Parco delle Serre, Luigi Stillitano”. È quanto afferma, in una nota, Raffaele Lo Iacono, sindaco di Serra San Bruno e presidente della Comunità del Parco. “In seguito alla disputa con il presidente del Parco, Lo Iacono ed il vicepresidente, Ernesto Riggio - prosegue la nota - avevano mosso dei dubbi sia sulla gestione dell’ente che sulle modalità di redazione del bilancio. Stillitano aveva inoltrato alla Corte dei conti una richiesta del parere circa la “determinazione/quantificazione e legittimità dell’indennità di carica” dei due antagonisti”. L’organo di controllo finanziario ha rigettato la domanda, data l’assenza del requisito soggettivo e di quello oggettivo, sottolineando che “le caratteristiche riconosciute ai Parchi non valgono ad assimilare quegli enti alle Province, ai Comuni e alle città metropolitane, questi ultimi enti di rango costituzionale” e ribadendo che gli enti parco sono “enti non necessari””. “La richiesta di Stillitano - conclude la nota - è stata definita da Lo Iacono come “pretestuosa ed assurda” e volta a concretizzare “tentativi sconsiderati di delegittimazione”. Lo Iacono, che condanna “ritorsioni ed atteggiamenti ostili”, precisa comunque che, sebbene la responsabile autorità giudiziaria abbia provveduto cinque mesi fa alla liquidazione delle mensilità luglio/dicembre 2008, non vi è mai stata l’effettiva corresponsione delle indennità”. (Giornale di Calabria)

 

 

Il Parco del Matese violentato dalle corse clandestine

 

“E’ vero, oggi questo territorio è ostaggio di pochi incivili che appiccano incendi soprattutto per il pascolo o che distruggono i terrazzamenti inerpicandosi ovunque con i quod, danneggiando sia la proprietà privata che quella pubblica”. L’ex presidente del consiglio generale della comunità montana Marco Fusco lancia l’allarme per la moda, l’hobby di questi nuovi automezzi che imperversano anche l’area matesina e chiede l’adozione di un apposito regolamento. “Le peripezie di questi scalmanati sono stati messi sulla rete e rappresentano una sorta di video – denuncia. Una situazione intollerabile - afferma Fusco - ma che ripropone l’attualità di una vera e propria emergenza che colpisce tutto il Matese. Quale emergenza? La mancanza di controlli. E così tutti violano la legge e lo fanno anche perché sanno di non correre rischi da noi. Basta un dato. La legge quadro sulle aree protette è la numero 394 del 6 dicembre 1991. L’articolo 11 di questa legge prevede l’approvazione, da parte degli organi statutari di un Parco, di “un regolamento” che serva a disciplinare ogni genere di attività all’interno di un’area protetta. Questo regolamento, chi l’ha visto? E così nel nostro bellissimo territorio ci si trova di fronte a una serie impressionante di vere e proprie violenze ambientali. Vedere quelle immagini – prosegue – sulla rete è un pugno nello stomaco per chi da sempre si batte per la salvaguardia e la valorizzazione di tutte le bellezze naturalistiche che rappresentano il valore aggiunto per un territorio sempre più mortificato da una classe dirigente poco attenta ai grandi temi sociali e sempre più arroccata su se stessa. Il Matese è anche l’abbandono inesorabile di vaste aree da secoli vanto delle nostre migliori tradizioni e radici. Il Matese è anche la terra di conquista per chi realizza opere pubbliche senza, poi, fare interventi compensativi di risanamento e bonifica. Basta recarsi nella piana del capriatese per capire il livello dell’inaudita violenza fatta all’habitat naturale di siti di pregevole interesse comunitario. Questo ultimo scempio che denuncio pubblicamente (corse clandestine di quod) dovrebbe spingere tutti gli attori del territorio a creare le giuste coordinate, in materia di sviluppo durevole, in relazione alle politiche UE, nazionali e regionali. E’ ora di uscire dal crepuscolo: mi rivolgo - prosegue il consigliere uscente di Fontegreca - soprattutto alle associazioni ambientaliste e alle tante sigle che portano avanti programmi, progetti, buone pratiche ma che non riescono, forse, a creare quella tanto auspicata rete e messa a sistema di tutto ciò che viene realizzato in fatto di salvaguardia e valorizzazione del territorio. Se si riuscirà a coniugare tutto questo, con le qualità ambientali e paesaggistiche del territorio e con la forte identità storica, che non ha assolutamente eguali, questo ambiente avrà un futuro. Tutto questo si acquisisce con la cultura dell’accoglienza. Ma questo si acquisisce nel tempo ed è inscindibile dalla conservazione del territorio che alle nostre latitudini spesso è professata solo negli intenti. Tuttavia è ora che nasca anche da noi un coordinamento di tutte le emergenze turistiche del nostro territorio. La ricetta vincente è mettere in rete, cioè coordinare la fruibilità di siti come ad esempio il Castello di Venafro, il Museo archeologico, le strutture del Parco, il Museo della Winterline, la visita alla zona umida alle Mortine e alla Cipresseta di Fontegreca o al Parco della Memoria storica di San Pietro Infine. Ho citato solo a titolo di esempio questi siti senza allargarmi ai territori contermini altrettanto ricchi, che nell’insieme costituiscono un’attrattiva di notevole spessore incastonata in quello scrigno di diversità costituito dagli Appennini. Non posso tuttavia sottacere il disappunto per quei interventi conclusi con la programmazione 2000/2006 e ancora non fruibili. (Il Sannio)

 

 

Valorizzazione del territorio e rilancio turistico
Lombardia. Firmata l’intesa che coinvolge Comuni, Province e Parchi. Venticinque milioni di euro per greenways isole e foreste.

 

Firmata l’intesa che coinvolge Comuni, Province e Parchi. Venticinque milioni di euro per greenways isole e foreste.
Valorizzazione del territorio e rilancio turistico
Con la firma dei protocolli d’intesa è stata avviata la parte seconda parte dei Piani integrati d’area (Pia) “Isole e Foreste” e “Greenway dell’Oglio”, che la Provincia di Cremona ha presentato unitamente alle Province di Bergamo, Brescia, Lodi e Mantova e a numerosi Comuni, Parchi, Enti e Associazioni del territorio. I due Piani partecipano infatti al bando dei fondi europei sull’Asse IV POR competitività.
Il costo complessivo di progetti, di cui sono autori le Province stesse, i Comuni e i Consorzi dei Parchi, è di quasi 25 milioni di euro e i contributi richiesti alla Regione assommano a quasi 11 milioni di euro.
Il territorio interessato dai progetti è caratterizzato notevoli emergenze artistiche e ambientali ed è un’area omogenea per caratteristiche territoriali e culturali.
La presenza dei corsi d’acqua, naturali (i fiumi Po, Adda, Oglio e Serio) ed artificiali (Canale della Muzza, Canale Vacchelli…) e di centri abitati tanto “preziosi” quanto a volte trascurati, rende quest’area ricca di grandi potenzialità.
L’obiettivo è il rinnovamento e l’intensificazione dell’uso turistico del territorio individuando così una «vena produttiva» legata ad uno sviluppo sostenibile indirizzato verso un turismo culturale.
I progetti investono tutto il territorio individuato, mettendo in relazione i diversi livelli riconosciuti legati all'ambiente ed all'uomo, cioè i fiumi, le opere di bonifica, le alzaie, gli argini, ma anche l'architettura, la storia, la tradizione produttiva e gastronomica.
Il progetto “Isole e Foreste” vede la Provincia di Cremona nel ruolo di capofila e coordinatore.La sua finalità è dare coerenza e continuità agli itinerari culturali e naturalistici tra l’Adda, il Po, l’Oglio e il Seio costruendo le condizioni logistiche di accessibilità e fruibilità delle sponde: l’obiettivo, infatti, è di unire i percorsi fluviali di Adda, Serio e Po tra le province di Bergamo, Lodi, Cremona e Mantova. A punteggiare la rete di sentieri è il fiume nei suoi tratti più belli e incontaminati, e poi spiagge, boschi e naturalmente capolavori dell’arte e dell’architettura, dalla Basilica di S. Maria della Croce e di San Sigismondo, uno degli sempi più belli di romanico lombardo, alla pieve protoromantica di San Martino, lungo il canale Vacchelli, alle città di Lodi, Crema e Cremona fino a Sabbioneta e Mantova.
Il costo complessivo dell’intervento è di 12.925.291,29 euro di cui 5.483.259,98 richiesti sull’asse IV del POR competitività.
I partner sono: Parco Adda Nord, Promoisola, Parco Adda Sud, Parco del Serio, Crema, Casale Cremasco, Pianengo, Sergnano, Rivolta d’Adda, Spino d'Adda, Formigara, Pizzighettone, Crotta d'Adda, Cremona, Gerre de’ Caprioli, San Daniele Po, Viadana, Dosolo, Pomponesco, Borgoforte, Sabbioneta, Associazione Teatro sociale di Villastrada, Province di Cremona, Mantova, Lodi e Bergamo, GAL Oglio Po e Sistema turistico Po di Lombardia .
Il Progetto Integrato d’Area “Greenway dell’Oglio” ha come capofila la Provincia di Brescia e partner le Province di Bergamo, Mantova e Cremona, Gal Oglio Po terre d’Acqua, Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino, Comuni di Viadana, Commessaggio, Gazzuolo, Marcaria, San Martino dall’ Argine, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Drizzona, Isola Dovarese, Pessina Cremonese, Ostiano, Gabbioneta Binanuova, Robecco d’Oglio, Azzanello, Genivolta, Soncino, Romanengo, Alfianello, Verolavecchia, Pontoglio, Palazzolo sull’Oglio, Parco Oglio Sud, Parco Oglio Nord, Sistema Turistico Po di Lombardia, Consorzio del Navarolo, Consorzio per la Gestione della Riserva Naturale Torbiere del Sebino, Consorzio Micromega Network S.C.R.L., Fondazione Castello di Padernello.
Il tracciato della Greenway ripercorre gli argini e le sponde del fiume e su questi individua i passaggi necessari per connettersi con la rete di viabilità lenta e con l’intermodalità del trasporto collettivo esistente delle quattro province. Su questa maglia, gli enti partner hanno individuato i rispettivi progetti, che possono essere riassunti in tre filoni principali: recupero e valorizzazione di alcuni beni storici e architettonici finalizzati alla fruizione pubblica, alla realizzazione di musei e/o alla creazione di spazi per eventi culturali e ricreativi; valorizzazione dei borghi, dei castelli e delle cinte murarie; realizzazione di tratti di percorso, superamento di attraversamenti critici, creazione di punti d’accesso dai centri abitati al percorso principale.
Il PIA ha un costo totale di euro 11.892.081,01 e una richiesta di contributo pari ad euro 5.489.970,24.
“E’ venuto a conclusione – afferma il presidente della Provincia Giuseppe Torchio – un percorso progettuale iniziato nell’estate del 2007 e che si è via via precisato nei due filoni strategici che compongono i due Piani integrati d’area. Si tratta di progetti che, nel valorizzare le risorse dl territorio, ne accrescono le potenzialità turistiche. Proprio il valore strategico di questi progetti – ha proseguito – ha indotto l’amministrazione provinciale impegnarsi in prima persona, mettendo a disposizione personale qualificato per supportare i Comunica soprattutto mettendo in campo ingenti risorse nel prossimo triennio. Ora siamo giunti alla fine della prima parte del nostro compito, che era quello di costruire Piani integrati credibili nelle proposte e nei contenuti economici. Crediamo di esserci riusciti. Auspichiamo di arrivare a mettere mano anche alla seconda e più importante parte, quella della realizzazione entro il 2012, con il fondamentale contributo della Regione attraverso i fondi europei”. (WCremona)

 

 

La banda larga arriva nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

Parte la sperimentazione di un progetto di banda larga, un'idea interessante che permetterà di avere connessioni ad alta velocità nei parchi per la trasmissione di dati scientifici, per l'invio e la trasmissione dei dati, per l'accesso pubblico a internet nel centro visitatori.

 Un progetto denominato WI-PIE POS finanziato dalla Regione Piemonte prevede la copertura wireless delle valli Orco e Soana, e la banda larga anche all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Con questo progetto non solo i guardaparco e i ricercatori scientifici potranno garantire maggiore sicurezza e controllo dell'area protetta, ma sarà anche possibile l'uso di palmari e smartphone sul territorio e l'invio di dati e immagini attraverso le webcam e sensori presenti nell'area.

Anche il turismo potrà beneficiare della banda larga, attraverso la creazione di un punto di accesso pubblico a internet nel centro visitatori di Ceresole Reale, dove si potrà accedere alla Rete offrendo così maggiori servizi ai numerosi visitatori del Parco.

La Comunità Montana Valli Orco e Soana, ha partecipato attivamente ed ha avuto un ruolo di primo piano nel promuovere il progetto al quale il Parco ha aderito e che renderà possibile l'utilizzo di connessioni veloci nelle diverse strutture dislocate sul territorio, come le sedi di valle del servizio di sorveglianza e i centri visitatori.

L'attività si svolge nell'ambito del Programma Regionale "Wi-Pie" per la diffusione della banda larga in Piemonte, attivo in Valli Orco e Soana da oltre 2 anni.

Sul territorio della valle Orco è attualmente presente una rete in fibra ottica a 1Gb/s che collega le sedi delle centrali idroelettriche AEM (è stata messa a disposizione del progetto una coppia di fibre ottiche tra ciascuna delle quattro sedi)
Sui link è stata creata una VLAN dedicata con una larghezza di banda di 100Mb/s. Il alore di bandaè utilizzato sia per il trasporto delle comunicazioni dati sia per la trasmissione dei flussi per il servizio DVB-T/H che verrà avviato in via sperimentale sui comuni di Pont Canavese e Locana. L'interconnessione con Internet avviene tramite il nodo Top-IX di Torino ed è garantito da AEM2NET, l'operatore che gestisce la connettività di AEM verso Internet e che è già attestato sul NAP torinese. (Macitynet)